Capita, in questo periodo, che la nostra pianta di erba salvia presenti delle macchie biancastre sulle foglie. È il periodo tipico perché questo accada e non è nulla di buono.

Si tratta del cosiddetto Mal bianco o Oidio, una malattia fungina che può colpire molte specie ornamentali e da frutto (ne vanno soggette anche l’evonimo e la rosa, giusto per citarne alcune). Sono generalmente macchie circolari pulvurulente che tendono ad estendersi e che provocano il disseccamento della foglia e la sua prematura caduta.

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L’oidio, come dicevamo, è sostanzialmente un fungo microscopico e vive e si sviluppa con una temperatura calda e un’umidità elevata, condizioni che in questa stagione non mancano di certo.
Come possiamo intervenire? Evitiamo sicuramente qualsiasi prodotto chimico anticrittogamico, benché specifico contro l’oidio. Se pensiamo di mangiare la salvia e non tenerla solo per bellezza irrorarla con qualsiasi prodotto chimico sarebbe assurdo. Piuttosto buttiamo la pianta e acquistiamone un’altra (conviene).

Se teniamo alla nostra pianta perché magari ci segue da anni e ci dispiace privarcene (ognuno ha in casa propria almeno un caso disperato da coccolare contro il parere di chicchessia!), possiamo provare a salvare la pianta in questo modo.

Proteggiamo la terra con un sacchetto di plastica e laviamo la pianta sotto la doccia. L’acqua infatti trascina via molte spore e limita la diffusione del fungo. Lasciamo asciugare la pianta all’ombra, quindi mettiamola in una posizione in pieno sole, meglio se un po’ ventilata (l’angolo del terrazzo ad esempio). Il sole diretto scalderà le foglie (l’oidio non sopporta temperature sopra i 32°) e bloccherà la diffusione; nel migliore dei casi il fungo soccomberà e riusciremo a salvare la pianta. In questo periodo di “cura” bagniamo la terra solo lo stretto necessario, evitando di bagnare le foglie e possibilmente solo al mattino. Un’ultima cosa va detta: l’oidio si può trasmettere alle piante vicine. Teniamo la nostra pianta isolata finché non sia del tutto guarita.