L’idrocoltura o, detta con un parolone, coltivazione idroponica, è una tecnica antica che la scienza moderna ha riscoperto e perfezionato.

Può rappresentare, a ragione, la soluzione per chi non ha tempo da dedicare alle piante, per chi è distratto, per chi, avendo animali in casa, non vuole avere terra o ciotole d’acqua sul pavimento.

La terra, si dice, è un grande laboratorio chimico, capace di trasformare gli elementi in essa presenti in sostanze facilmente assimilabili dalle radici delle piante. Verissimo, ma è altrettanto vero che l’assimilazione avviene attraverso l’acqua, il vero veicolo che permette di trasferire le sostanze utili dalle radici a tutta la pianta. Lo avevano capito gli antichi Babilonesi che avevano realizzato i famosi giardini di Babilonia, una delle sette meraviglie del mondo, e lo avevano capito gli Aztechi che avevano delle grandi coltivazioni idroponiche.

Nella sostanza, nell’idrocoltura non si usa la terra, ma solo acqua. Al posto della terra si impiega un materiale inerte, come l’argilla espansa (in pezzatura piccola, 4-6 mm, meglio di quella più grossa che usiamo come fondo di drenaggio per i vasi) e contenitori non dotati di foro di drenaggio. L’argilla ha il solo compito di permettere l’ancoraggio delle radici. L’acqua viene arricchita periodicamente con speciali concimi che forniscono alla pianta tutto il nutrimento di cui ha bisogno per svilupparsi. La pianta ha inizialmente le radici completamente sommerse; poi, man mano che l’acqua viene assorbita o evapora, le radici si trovano “scoperte”, ma mantenute umide dall’argilla espansa e dall’umidità presente nel vaso. Quando l’acqua finisce, si riempie il vaso e il ciclo ricomincia; è l’alternanza di pieno/vuoto che permette alla pianta di sopravvivere.

Quando le radici sono bagnate dall’acqua assorbono nutrimento, quando restano solo umide respirano. Non coltiviamo infatti piante acquatiche, ma possiamo coltivare qualsiasi tipo di pianta, anche di tipo orticolo. Si tratta di una coltivazione estremamente pulita, ideale in casa e in ufficio, dove sono presenti persone malate ed è richiesta un’igiene particolare, dove non si desidera che vi sia terra per casa.

Tra un riempimento e l’altro del vaso possono passare da due a quattro settimane, secondo la temperatura dell’ambiente, mentre il fertilizzante si mette una vota ogni sei mesi. L’acqua calcarea del rubinetto va benissimo e l’unica cosa di cui possiamo avere bisogno è un indicatore di livello, facilmente acquistabile nei garden center. Vale la pena provare.