L’estate, le vacanze, le gite fuori porta offrono l’opportunità per scoprire le tante varietà di frutta presenti sul nostro territorio e a cui la grande distribuzione ci ha purtroppo disabituato. Non è difficile, infatti, in qualche mercato di provincia, imbattersi in albicocche, pesche o susine fuori del comune, provenienti magari non già da qualche coltivazione intensiva, ma da piccoli frutteti poco più che domestici. È generalmente la frutta migliore, quella magari un po’ bruttina da vedere, butterata o pizzicata da qualche parassita goloso, ma molto gustosa. D’altronde – questo deve essere il nostro ragionamento- se il parassita l’ha trovata buona è perché non contiene alcun prodotto nocivo e se va bene a lui, deve andar bene anche a noi… Ma il punto è: perché non cimentarsi nella semina del pesco, dell’albicocco e del susino?

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Il seme, sappiamo, è il metodo di propagazione più naturale e i quelli delle piante più rustiche sono normalmente fertili. Non c’è motivo per cui non dovremmo riuscire a fare un pesco da soli. Non diciamo subito: “dove lo metto?” perché troveremo sempre qualcuno disposto ad ospitarlo se non lo possiamo tenere noi in giardino, intanto proviamo a farlo.

La tecnica è molto semplice, me l’ha insegnata un vivaista specializzato in piante da frutto. Prendiamo una vaschetta di plastica, di quelle in cui al supermercato viene venduta la frutta o la verdura. Riempiamola con del terriccio per piante grasse, si tratta di un terriccio molto sabbioso che possiamo anche fare da noi mescolando del terreno ordinario setacciato a della sabbia di fiume (50 e 50). Con lo spruzzatore inumidiamo il terriccio e mettiamoci alcuni noccioli di pesca (o di albicocco o di susino) in modo che stiano appena sotto la superficie. Copriamo la nostra vaschetta (ma, sia ben inteso, possiamo usare anche un comune vaso) con una seconda vaschetta trasparente e mettiamo il tutto alla luce (non al sole). Non dobbiamo più fare nulla se non controllare, ogni settimana, che il terriccio sia umido e, nel caso, inumidirlo con lo spruzzatore.

Se siamo fortunati, dopo qualche settimana, vedremo spuntare uno o più germogli. È un momento magico che meriterebbe di essere immortalato con una foto ma, per il resto, dobbiamo continuare a non far nulla e lasciare che i germogli raggiungano in altezza il coperchio, prima di toglierlo. A ridosso del freddo trasferiremo con delicatezza ogni piantina in altrettanti vasetti che conserveremo in un ambiente protetto durante l’inverno (va bene una veranda o una comune serra piccolina).

Tuttavia potrebbe anche non succedere nulla: cioè potremmo non vedere spuntare nulla dal terreno, ma non dobbiamo disperare per questo. Abbandoniamo la nostra seminiera sul terrazzo per tutto l’inverno poiché è possibile che il seme debba “sentire” il freddo prima di germogliare, così vedremo i primi germogli a primavera. È comunque una bellissima esperienza che vi consiglio di fare: non costa nulla e può dare grandi soddisfazioni.

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