I gerani (il loro vero nome è pelargoni) sono piante molto curiose. Le trattiamo come fossero delle piante da fiore qualunque, ma hanno alcune caratteristiche che le differenziano nettamente dalle altre che teniamo normalmente sul balcone o alle finestre. Originari del Sud Africa, si sono evoluti in condizioni molto diverse da quelle in cui le coltiviamo. Le loro foglie carnose e i loro fusti sono delle vere riserve d’acqua. Ai limiti del deserto, dove sono stati trovati la prima volta, hanno imparato a conservare l’acqua al loro interno (un po’ come fanno le piante grasse) per resistere alla siccità e agli sbalzi di temperatura tipici del luogo.

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Noi li coltiviamo durante tutta la bella stagione per la generosità delle loro fioriture ma spesso, quando arriva l’inverno e il freddo, li abbandoniamo al loro destino. Il gelo infatti ghiaccia l’acqua al loro interno decretandone la morte. Eppure basta veramente poco per conservarli, come una piccola protezione. Una piccola serra, per esempio, una scatola di cartone o un foglio di tessuto non tessuto consentono a queste piante di superare facilmente l’inverno e tornare più belle che mai in primavera. In queste settimane, se non lo abbiamo ancora fatto, potiamo i fusti dimezzandone la lunghezza (la parte aerea è la prima ad essere colpita dal freddo), mettiamo un po’ di corteccia sulla superficie del terreno per proteggere le radici e avvolgiamoli nel tessuto non tessuto.

Se abbiamo lo spazio, possiamo anche riporli in un locale non riscaldato dove vi sia luce, come nel pianerottolo del condominio o in una scatola di cartone appoggiata contro una parete della casa. Anche l’idea di mettere tutti i vasi in uno scatolone e riempire tutto lo spazio rimanente di corteccia risulta valido. Dedichiamo mezz’ora ai nostri gerani: ci ricompenseranno e noi risparmieremo.

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