L’estate porta i girasoli, fiori bellissimi e ammiratissimi, forse tra i più amati. Gli Incas identificavano questo fiore nel Dio stesso: pensavano che il suo guardare continuamente verso l’astro celeste fosse un modo per dialogare continuamente con il sole. Altre culture rimasero affascinate da questo splendido fiore, finché la scienza non decise di guardarlo da vicino fino a scoprire che… non è un fiore.

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Non come saremmo indotti a pensare, almeno. Un girasole è composto da decine di fiori: quelli al centro formano il disco, di colore scuro, mentre quelli più esterni sono dotati di un petalo (una ligula dicono i botanici). I fiori interni sono fertili e da ognuno di essi potrà nascere un seme; quelli esterni sono sterili e servono solo per attirare gli insetti impollinatori. Anche la più piccola margherita è fatta così, ma le curiosità sul girasole non finiscono qui. I fiori che formano il disco sono disposti a formare delle spirali, dal centro verso l’esterno, alcune orientate in senso orario, altre in senso antiorario. Di solito possiamo contare 34 spirali in un senso e 55 nell’altro, ma nei fiori più grandi possiamo contarne 89 e 144. Il rapporto tra questi numeri (34-55 e 89-144) non sono casuali, ma rispondono a quella che i matematici chiamano “sezione aurea”, una costante numerica che viene rappresentata con la lettera greca “fi”, oggetto di studio fin dai tempi più antichi e che pare sia stata utilizzata da Fidia (da cui l’adozione della lettera fi) per studiare le proporzioni delle statue dell’Acropoli di Atene.
I fiori “maturi” puntano sempre tutti verso Est, dove sorge il sole, mentre quelli in via di maturazione seguono il percorso del sole durante tutto il giorno; durante la notte il fiore si rigira verso Est in attesa dell’aurora. Il girasole può superare i tre metri di altezza, ma questo non ci impedisce di coltivarlo anche in vaso: senza la pretesa che diventi tanto alto.

Il disco del girasole

Il disco del girasole